Albertini: “Milan, basta ripartire sempre da zero. Imita la Juventus”

Milan, pareri e consigli di Demetrio Albertini. L’ex storico rossonero si è espresso su Marco Giampaolo, Stefano Pioli, questione San Siro e non solo. 

Demetrio Albertini
Demetrio Albertini (©Getty Images)

Milan, parla Demetrio Albertini. Attuale presidente del settore tecnico federale e in rossonero per 13 stagioni, l’ex centrocampista ha rilasciato una lunga intervista ai microfoni di Tuttosport.

Si parte subito da un motivo di discussione delle ultime ore, ossia quel “Milan in Serie D” pronunciato da Ivan Gazidis: “Mi è sembrata una forzatura che non ho capito bene. Probabilmente in un momento di difficoltà sportivo ha voluto spostare i riflettori su una considerazione economica”.

Milan, il parere di Albertini su Giampaolo e Pioli

Intanto si registra l’ennesimo cambio in panchina per il Diavolo: “Da fuori è sempre difficile giudicare. Nel momento in cui prendi Giampaolo e pensi di avere un certo tipo di allenatore devi dargli tempo. E sette partite sono poche per pensare di imporre un certo metodo di lavoro. Forse però si sono trovati di fronte a una realtà diversa rispetto a quanto si aspettavano e hanno pensato di cambiare”.

Cosa può portare Pioli rispetto a Giampaolo? “L’esperienza nel saper gestire i momenti negativi. Piuttosto mi auguro che la squadra possa recepire in tempi veloci quello che può dare il nuovo allenatore perché il problema vero oggi sono i punti di distanza che il Milan ha dalle zone importanti di classifica”.

Albertini poi individua il vero neo: Il problema al Milan è che ogni anno si riparte da zero e non da quanto si è costruito l’anno prima. Però il Milan non può pensare a vivere alla giornata: deve avere sempre un obiettivo e deve essere sempre il massimo. Perché solo così si riesce ad andare oltre a quelle che sono le conoscenze dei calciatori presenti in rosa. Puntare alla zona Champions è il minimo che debba fare il Milan”. 

Nuovo San Siro, la posizione di Albertini

C’è spazio anche per un parere sulla questione San Siro: “Dal punto di vista emotivo è una tristezza, ma da dirigente ho una convinzione che è quella di non avere la propria storia come prospettiva. San Siro è la storia, ma oggi il tifoso ha bisogno di qualcosa di diverso. Non sono né un architetto né un ingegnere: lo stadio, così com’è, non può essere una casa moderna per Milan e Inter. A me, se si potesse, piacerebbe che il Meazza venisse ristrutturato. Questo perché il senso di appartenenza va difeso fino alla morte”.

Bisogna imitare la Juventus, è questo il consiglio finale di Albertini. “Questa è stata la chiave vincente di quanto ha fatto la Juve negli ultimi tempi: una società diventata moderna mantenendo un senso di appartenenza incredibile. Non a caso il progetto è iniziato prendendo tanti italiani. Anche il Milan dovrebbe fare così e questo discorso va al di là dei dirigenti che ci sono oggi: questa è una peculiarità dei paesi latini, guardate per esempio al Real dove i tifosi mugugnano se non vengono acquistati giocatori spagnoli dal club”. 

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