Nocerino: “Milan, meglio Ibrahimovic che quindici ventenni”

L’ex milanista Antonio Nocerino ha parlato delle qualità del suo vecchio compagno di squadra Zlatan Ibrahimovic, accostato ai rossoneri.

Antonio Nocerino e Zlatan Ibrahimovic Milan
Antonio Nocerino e Zlatan Ibrahimovic (©Getty Images)

C’è sempre Zlatan Ibrahimovic nelle cronache del Milan. Non appena il futuro dello svedese comincia ad essere in bilico, rispunta spesso la possibilità di vederlo in rossonero.

Tanti i pro ed i contro di un suo ritorno in maglia rossonera: Ibra farebbe alzare il tasso di qualità, leadership ed esperienza in maniera esponenziale. Ma allo stesso tempo, per costi ed età anagrafica, il suo ingaggio non è visto come un affare assoluto.

Chi punterebbe ciecamente sullo svedese è il suo ex compagno di squadra Antonio Nocerino, che ha condiviso nel 2011-2012 l’esperienza al Milan con Ibrahimovic.

Intervistato dalla Gazzetta dello Sport, Nocerino ha esaltato ancora oggi le qualità dell’attaccante: “Zlatan sarebbe il classico giocatore giusto al posto giusto nel momento giusto. Porterebbe benefici sotto tutti gli aspetti. Ha 38 anni, ma sta bene mentalmente e fisicamente. Quando si ruppe il crociato due anni fa lo davano tutti per finito, ma mi pare sia andata diversamente. In Italia può fare ancora bella figura. Se la cosa dovesse concretizzarsi di certo non verrebbe a svernare, non è nella sua indole. Se accettasse sarebbe per essere protagonista e determinante. E sono certo che reggerebbe i ritmi anche da titolare”.

Nocerino tifa per un ritorno di Ibra piuttosto che un progetto giovani a lungo termine: “Al Milan ora c’è bisogno di gente che si prenda responsabilità. E chi non intende farlo, sta fuori. Preferisco un solo Ibra a quindici ventenni che non sono né carne né pesce. Ora è il momento di essere più uomini che calciatori, e con lui in spogliatoio non ti puoi nascondere. Nel bene o nel male ti porta allo scoperto”.

Qualche aneddoto sul passato assieme a Milanello: “Ha l’effetto di rivalutare chi gli sta intorno perché ti obbliga ad alzare l’asticella. Se stai già dando cento, ti fa dare trecento. E lo fa con l’esempio, perché lui va a duemila. Se non ti adegui, si imbestialisce. Appena abbassavi la concentrazione e ti permettevi una leggerezza, magari un colpo di tacco per fare scena, arrivava la sua cazziata. E aveva ragione lui. I caratteri deboli con Zlatan faticavano. Lo ricordo una persona vera, sincera e onesta”.

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