Stadio Milan-Inter, rischio rottura col Comune: la situazione

Inter e Milan hanno incontrato il Comune di Milano per parlare del futuro di San Siro. Non sarà facile un accordo, ci sono delle tensioni tra le parti.

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Il progetto stadio di Manica-Cmr

Giuseppe Sala si dice fiducioso, ma la trattativa con Inter e Milan su San Siro è complicata. Il Comune di Milano ha chiesto di valutare la possibilità di mantenere un Giuseppe Meazza ridotto, i club hanno dichiarato di voler verificare l’ipotesi.

Tuttavia, come spiegato dal Corriere della Sera oggi, Inter e Milan ritengono che l’idea di avere due stadi vicini sia un po’ stupida. Nel corso dell’incontro di ieri si è rischiata la rottura tra le parti. Da un lato il presidente rossonero Paolo Scaroni e l’amministratore delegato nerazzurro Alessandro Antonello accompagnati dai legali; dall’altro gli assessori all’Urbanistica e allo Sport, Pierfrancesco Maran e Roberta Guaineri, insieme al direttore generale Christian Malangone e agli architetti.

I club non hanno gradito l’assenza del sindaco Sala al confronto, mentre il Comune avrebbe preferito figure tecniche invece degli avvocati. Il CorSera spiega anche che Inter e Milan accusano la controparte di rilasciare dichiarazioni a raffica, mentre l’amministrazione ritiene poco seri i club. Scaroni e Antonello si sono arrabbiati per tale insinuazione.

Maran e Guaineri ha proposto un tavolo di lavoro misto per valutare il mantenimento del Giuseppe Meazza, ma le società hanno rifiutato. Preferiscono fare da sole le proprie valutazioni. Clima teso durante il vertice, anche Inter e Milan non hanno minacciato di lasciare l’area di San Siro. Comunque a Palazzo Marino non convince il nuovo stadio che costerebbe troppo (600 milioni) rispetto ad altri impianti.

La trattativa è veramente complicata e il summit si è concluso senza nessuna novità particolare. I club valuteranno assieme ai propri consulenti la possibilità di tenere il Giuseppe Meazza, così da soddisfare la richiesta del Comune. Uno studio di ingegneria si occuperà della valutazione tecnica. Appare comunque difficile un accordo entro fine 2019. Possibile che tutto venga rinviato ad inizio 2020.

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