Shevchenko: “Milan grande film che non finisce. Paolo Maldini simbolo”

Milan, Andriy Shevchenko racconta le sue emozioni per questi 120 anni di storia del club. I ricordi dell’ex bomber a La Gazzetta dello Sport oggi in edicola.  

Andriy Shevchenko
Andriy Shevchenko (©Getty Images)

Milan, i ricordi e le emozioni di Andriy Shevchenko. In vista dei 120 anni del club, l’ex indimenticabile rossonero ha rilasciato un’intervista a La Gazzetta dello Sport oggi in edicola.

Si parte da una domanda semplice: cosa sapeva del Milan quando atterrò nel 1999? “Conoscevo il Milan di Sacchi e di Capello. Sapevo – esordisce subito l’attuale Ct ucraino – che era stata una grande squadra anche in anni lontani, con Nereo Rocco. Da bambino ero un tifoso, era il club che seguivo di più dopo la Dinamo Kiev. Vedevo le partite in tv, ricordo le finali di coppa dei Campioni: quella vinta a Barcellona contro la Steaua, l’altra persa con l’Olympique Marsiglia, quella dominata contro il Barcellona di Cruijff. Adoravo il Milan, per quello volevo venire a giocare in rossonero”.

Quando gli si chiede cosa gli sia rimasto dei primi tempi rossoneri, Scheva non esita: “L’accoglienza dei ragazzi, che fu caldissima. Billy Costacurta, Ambro, e Demetrio Albertini, e naturalmente Paolo Maldini: i senatori mi fecero subito sentire a mio agio. Anche con Zvone Boban e Leonardo parlavo tantissimo. Sentirsi a casa in fretta facilitò il mio inserimento”.

Idee chiare anche quando gli si chiede un simbolo per questi 120 anni milanisti: “Dico Maldini perché rappresenta il mio Milan ma ha attraversato gli anni. il club ha avuto tantissimi campioni: Rivera, Baresi, molti altri. Paolo è il simbolo del mio tempo, ma è anche un giocatore particolare: padre capitano, come lui, e poi allenatore, mentre lui ora è dirigente, con un figlio che gioca nel Milan. È una storia che attraversa quasi tutte le epoche e credo che sia più unica che rara nel calcio. Per questo penso che, alla fine, se proprio si dovesse scegliere un unico nome sarebbe giusto scegliere Paolo. Che è il simbolo di un club straordinario, che ha segnato tante epoche”.

Infine la chiusura: “Faccio gli auguri a tutti quelli che hanno contribuito a creare questa lunga emozione, in un modo o nell’altro. È una festa per tutti noi, non soltanto per quelli che hanno avuto la fortuna di stare sul palcoscenico. Il Milan è unico, è un grande film che non finisce. Chi ama il calcio lo sa”.

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