Perché il Milan non dà un ultimatum a Ibrahimovic 

Zlatan Ibrahimovic e il Milan, decisione ora rinviata a fine anno. Ma perché il Milan presta il fianco e non dà un ultimatum allo svedese? Ci sono almeno quattro motivi dietro quest’atteggiamento. 

Zlatan Ibrahimovic
Zlatan Ibrahimovic (©Getty Images)

Zlatan Ibrahimovic e il Milan, cambiano di nuovo gli scenari. La fatidica risposta attesa per metà dicembre, infatti, ora è stata rinviata a dopo Natale. Il che, verosimilmente, significa che di fatto la situazione si sbloccherà soltanto ad inizio anno nuovo. Un epilogo del tutto differente rispetto ai piani milanisti.

Fosse dipeso dalla dirigenza rossonera, Ibra starebbe anche già a Milanello per recuperare una condizione fisica ottimale e presentarsi degnamente a gennaio. Sul piano dell’immagine, invece, sarebbe stato anche il regalo perfetto in vista della festa dei 120 anni in programma a partire da oggi.

Milan-Ibrahimovic, la situazione

Adesso invece va tutto rimodulato. Lo svedese, eventualmente, non solo inizierebbe la preparazione a gennaio a questo punto, ma in fondo non è nemmeno così certo che firmi col Diavolo. Perché l’accordo, in tutto questo, stenta ad arrivare e nessuna delle parti sembra propensa a fare un passo indietro.

Non è intenzionato a rilanciare il Milan, che dal canto suo è convinto di aver fatto un’offerta adeguata e rispettosa per un campione di 38 anni reduce da un campionato poco allenante, e non si smuove nemmeno Ibra, il quale è invece ancora convinto di poter fare la differenza.

Così la situazione di stand-by va ad oltranza, e riguarda sia l’aspetto temporale che economico. Mentre Elliott propone un contratto semestrale con un vincolo di altri 12 mesi legati alla qualificazione in Champions League, il campione scandinavo ne pretende direttamente uno di 18. E per un totale di 10 milioni di euro circa, rispetto agli 8-9 proposti dal club.

La pazienza è in ogni caso agli sgoccioli, un po’ per tutte le parti in gioco. Per una società stanca di aspettare all’infinito, una tifoseria piuttosto spazientita e l’attaccante che anche risulterebbe indispettito per questo atteggiamento.

Ibra, perché non c’è un ultimatum

Ma perché il Milan non dà un ultimatum a Ibrahimovic e rincorre ad oltranza? Come evidenzia La Gazzetta dello Sport oggi in edicola, perché Paolo Maldini e Zvonimir Boban sanno bene che le scadenze, per gente come Ibrahimovic, servirebbe poco o a niente. Anzi, al massimo rischierebbe di inasprire ancor più la situazione e rischiare che il tutto sfumi definitivamente.

Inoltre – aggiungiamo noi – va considerato che il Milan non ha dei veri e propri piani B pronti, e questi eventualmente riguarderebbero Mario Mandzukic e Olivier Giroud per i quali la situazione è tutt’altro che semplice e scontata. In quel caso non solo servirebbe un esborso economico per il cartellino che nel caso di Ibra non ci sarebbe, ma andrebbero anche convinti di abbracciare un Milan che naviga a centro classifica.

Ecco perché, in fondo, vale la pena aspettare Ibrahimovic fino alla fine. L’attaccante scandinavo viene visto come un’occasione unica e irripetibile in quanto svincolato e con un bilancio in rosso. Inoltre nessuno scuoterebbe l’ambiente come lui e sarebbe già di casa a Milanello.

Fermo restando che sullo sfondo ci sono da salvaguardare anche i rapporti con Mino Raiola, agente di Gianluigi Donnarumma, Giacomo Bonaventura, Suso e Alessio Romagnoli. Ecco perché il Milan sta prestando il fianco più del dovuto. In palio inoltre c’è anche la Champions League, fondamentale per risanare i conti e ripartire definitivamente. Anche a costo di metterci un po’ la faccia. Il Milan ha deciso di fare all-in.

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