Zaccheroni: “Milan, Europa League possibile. Non boccio Paquetá”

Milan, intervista ad Alberto Zaccheroni. Il tecnico dello scudetto rossonero commenta l’attuale cavalcata milanista e i vari problemi. 

Alberto Zaccheroni
Alberto Zaccheroni (©Getty Images)

Milan, parla un uomo scudetto. Ovverto Alberto Zaccheroni, tecnico che guidò i rossoneri in vetta nella stagione 98-99. Intervistato da La Gazzetta dello Sport, l’allenatore ha detto la sua sul Diavolo di oggi e dei progressi in questo nuovo 2020.

Si parte da Stefano Pioli, artefice alla base, insieme a Zlatan Ibrahimovic, della risalita: “Trovo che sia un tecnico tatticamente molto preparato – esordisce il 66enne emiliano – uno dei migliori. Prandelli mi ha raccontato che lo chiamava spesso per confrontarsi”. 

Il tecnico vede però soprattutto un problema in casa rossonera: “A parte Donnarumma, tutti stanno facendo peggio rispetto alla stagione passata. Suso, Piatek, Calhanoglu…. Ma se si mette in discussione Suso con le sue qualità non si ragiona più di calcio. La critica è feroce e lui magari non è tranquillo. Di certo non può fare il trequartista, però dalla catena destra arrivavano le azioni del Milan. A destra c’è anche Conti. Per ora sotto al suo livello, anche lui”. 

Zaccheroni darebbe invece un’altra chance a un Lucas Paquetá ormai accantonato: “Mi pare un ragazzo molto sensibile, che va sostenuto. E poi ci sono altre situazioni: una mezzala sinistra a destra… difficile che giochi bene. Faccio fatica a bocciare Paquetà, mi pare di non averlo mai visto al suo posto”. 

Fondamentale l’approdo di Zlatan Ibrahimovic, anche se è costato definitivamente Krzysztof Piatek: “Ha carisma. E’ il tipo che dice ai compagni: “passami la palla che poi ci penso io”. Con Guardiola non poteva andare d’accordo, il tiqui taka non fa per lui. Zlatan toglie pressioni alla squadra. Certo, qualcuno farà ancora fatica: se hai Ibra Piatek non può giocare. E’ una coppia che non funzionerebbe”. 

Domanda conclusiva: dove può arrivare questo Milan? Zaccheroni conclude così: “Le qualità per arrivare almeno in Europa League ci sono, ma la squadra è giovane e va aspettata. Guardi che la maglia del Milan pesa più di tutte le altre, non mi chieda perché. Io uno come Ayala per farlo entrare a San Siro dovevo spingerlo, e potrei farle tanti altri esempi. Il Milan ora deve pensare a crescere. Il resto verrà”. 

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