Maldini sul coronavirus: “Non è semplice influenza. Vi racconto tutto” 

Milan, Paolo Maldini parla della sua esperienza col coronavirus. Rivelatosi positivo al Covid-19, il Dt spiega come ha scoperto e affrontato l’infezione. 

Paolo Maldini (foto acmilan.com)

Milan, parla Paolo Maldini. Attualmente alle prese con l’infezione da coronavirus, da cui tuttavia è quasi guarito, il Dt rossonero ha raccontato esperienza e condizioni in un’intervista telefonica per il Corriere della Sera oggi in edicola.

Come prevedibile e inevitabile, il dirigente ancora non è al top della condizione e non si è ripreso del tutto: “Sto abbastanza bene. Il peggio è passato. Ho ancora un po’ di tosse. Secca, come sente. Ho perso gusto e olfatto, speriamo tornino. È stata come un’influenza un po’ più brutta. Ma non è una normale influenza”.

Coronavirus, il racconto di Paolo Maldini

Quando gli si chiede da cosa se ne accorge, il direttore tecnico entra nel dettaglio: “Guardi, io conosco il mio corpo. Un atleta conosce se stesso. I dolori sono particolarmente forti. E poi senti come una stretta al petto… È un virus nuovo. Il fisico combatte contro un nemico che non conosce”.

Maldini non è ancora certo da chi può aver contratto il Covid-19: “Non lo so. Mia moglie ha avuto un’influenza molto lunga, molto strana, è stata tre settimane a letto. Prima ancora, verso metà febbraio, il nostro primogenito, Christian, che ha 23 anni e vive con noi, ha avuto una brutta influenza, in famiglia forse è quello che è stato peggio di tutti. Io ho avvertito i primi sintomi giovedì 5 marzo”.

Ecco perché ha poi disertato per Milan-Genoa dell’8 marzo: “Dolori alle articolazioni e ai muscoli. Febbre: mai più di 38 e mezzo. Il giorno dopo, venerdì, sarei dovuto andare a Milanello, e sono rimasto a casa. Ho saltato anche Milan-Genoa”. Curandosi poi così: “Solo con la tachipirina. Non ho preso antivirali perché non ho mai avuto difficoltà respiratorie”.

Fondamentale, in questo percorso, anche il referente sanitario rossonero: “Mi sono curato attraverso il medico sociale. Noi al Milan siamo molto attenti alla salute, abbiamo molte risorse, siamo convenzionati con il San Raffaele. Ma abbiamo scelto di attenerci scrupolosamente alle regole fissate dalla nostra città, dalla nostra regione”.

L’amico contagiato, le condizioni di Daniel e la Serie A

“Sapevo già di avere il virus”, ammette l’ex capitano. Come? “Sentivo che non era un’influenza come le altre; e poi per l’influenza avevo fatto il vaccino. Certo, un po’ di preoccupazione ti viene. Un mio amico ha avuto problemi respiratori, è ricoverato all’ospedale di Legnano, non dorme, ha gli incubi… A me è andata meglio. Comunque sono qui confinato da diciotto giorni con la mia famiglia”.

Buone condizioni anche per Daniel fortunatamente: “Sì. Anche lui vive con noi, anche lui ha dolori e febbre. Ma è talmente giovane… Mi pare che in famiglia sia quello che l’abbia presa in forma più leggera. Mia moglie e Christian hanno fatto il tampone e sono negativi. Ma siamo convinti che pure loro abbiano preso il virus, e ne siano già usciti”.

Maldini, infine, si dice fiducioso anche per una ripresa del campionato: “Un finale di campionato ci deve essere, e ci sarà. Ma quando non possiamo dirlo ora. Capisco che per la gente sarebbe uno svago prezioso. Ma nel calcio è impossibile non soltanto giocare, ma pure allenarsi senza contatto. E poi è giusto mettere tutte le squadre sullo stesso piano. Alcune, come la Sampdoria, sono più colpite. Sono positivi alcuni tra i giocatori più rappresentativi della Juve”.

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