Donnarumma: “Kakà è un idolo. Parata più difficile? Ecco quale”

Gianluigi Donnarumma
Gianluigi Donnarumma (©Getty Images)

Gianluigi Donnarumma è stato protagonista di un Q&A su Instagram. Ha risposto alle domande che gli hanno posto tanti tifosi del Milan nelle scorse ore.

Il calciatore che più ha apprezzato da bambino: «Il mio giocatore preferito è sempre stato Kakà. In camera mia avevo tutto di lui, quindi dico assolutamente Kakà».

Come ha gestito la pressione avuta in questi anni: «Fa parte anche del mio carattere. L’ho vissuta tranquillamente, restando sempre umile e lavorando sempre al massimo».

La parata che più lo ha emozionato: «Quella di Dida contro l’Ajax in Champions League, senza nulla togliere a Seba Rossi e Abbiati».

La sua parata più difficile: «Su Maccarone in Milan-Empoli, era un tiro ravvicinato».

La routine pre-partita di Donnarumma: «Ascolto un po’ di musica prima di arrivare a San Siro. Dopo faccio qualche battuta coi preparatori dei portieri e poi massima concentrazione si va a fare riscaldamento».

L’attaccante che maggiormente ha temuto: «Ho giocato contro grandi attaccanti, ma quello che ho temuto di più è ovviamente Cristiano Ronaldo».

Gli obiettivi che si fissa ogni anno: «Il primo obiettivo è quello della società che ci poniamo a inizio stagione. Poi quello personale è dare sempre il massimo e cercare di prendere meno gol possibili».

La sua prima partita da spettatore a San Siro: «Milan-Livorno 2005-2006, abbiamo vinto 2-0».

Il significato dei colori rossoneri per Gigio: «Significano tanto perché sono cresciuto qui e sono stato sempre tifoso del Milan. Quindi non posso fare altro che dare tutto me stesso per questa maglia».

L’emozione più grande: «La vittoria della Supercoppa Italiana. È stato il mio primo trofeo e non lo dimenticherò mai».

Messaggio finale di Donnarumma: «Un grazie ai tifosi per aver partecipato. Un mio pensiero va alle persone che stanno soffrendo, a quelle che lavorano in ospedale e a quelle che stanno vicine ai propri familiari. Siamo tutti con voi, insieme ce la faremo, forza!».

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