Ripresa Serie A – Le perplessità dell’AIC

La Serie A è pronta a fare il suo ritorno in campo. Se il Governo dovesse dare il via libera, si ripartirà il 13 giugno. Perplessità dall’AIC.

Ripresa Serie A - Le perplessità dell'AIC
Damiano Tommasi (©Getty Images)

La Serie A è in attesa del via libera da parte del Governo per poter tornare in campo il prossimo 13 giugno.

L’Assocalciatori – attraverso una nota apparsa sul proprio sito ufficiale – ha manifestato tutta la propria perplessità sulle tempistiche della ripresa della stagione.

Ecco il comunicato:

“Nella giornata di oggi si è tenuto un incontro di approfondimento con i rappresentanti delle squadre di Serie A, al quale ha partecipato il dottor Walter Della Frera, per esaminare le modifiche apportate al protocollo FIGC a seguito delle indicazioni del Comitato Tecnico Scientifico del Governo.

Le perplessità tra noi condivise riguardano soprattutto le tempistiche della ripresa della stagione.

L’ipotesi del ritiro per la creazione del ‘GRUPPO Squadra’ è stata valutata e condivisa fin dall’inizio, ma in assenza di date certe per la ripresa del campionato 2019/2020 appare prematura ogni valutazione sulle tempistiche di svolgimento dello stesso.

Inoltre, le modalità di gestione delle eventuali positività di un membro del ‘GRUPPO Squadra’ così come definite dal nuovo protocollo, non sembrano idonee a garantire la conclusione del campionato; esiste il concreto rischio di doversi fermare nuovamente non appena si potrà tornare in campo, vanificando così tutti gli sforzi profusi.

L’esigenza sentita da tutti noi è quella di avere chiarezza sui futuri protocolli concretamente attuabili nelle settimane successive alla prima fase di ritiro, soprattutto con riguardo alle modalità di svolgimento delle partite di campionato; la consapevolezza dei passi da compiere per tornare in campo ci aiuterebbe a condividere un percorso, senza malintesi e rischi inutili in questo momento.

Nelle prossime ore e nei prossimi giorni si valuteranno ulteriormente tutti gli aspetti critici, anche attraverso un confronto con i medici, i tecnici e gli arbitri che, come i calciatori, non vedono l’ora di trovare la giusta modalità di ripresa, preservando l’incolumità e garantendo l’uniformità di trattamento per tutte le persone coinvolte”.

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