Sconcerti: “Il fallo su Bennacer poche volte viene fischiato in Europa”

Il giornalista, Mario Sconcerti, sul Corriere della Sera, dice la sua sulla prestazione del Milan. Lente di ingrandimento puntata sul fallo di Taremi, su Bennacer, in occasione del gol del Porto.

Il Milan perde ancora. I rossoneri sono stati sconfitti dal Porto e vedono la qualificazione in Champions League scappare via. Ieri tutto è andato storto, con la squadra di Pioli che non ha di certo giocato la sua miglior partita, anzi.

Ismael Bennacer
Ismael Bennacer (© Getty Images)

Tomori e compagni hanno faticato non poco ma alla fine è stato decisivo, come successo contro l’Atletico Madrid, una decisione arbitrale errata. Tutti hanno puntato il dito contro il fischietto tedesco Brych.

Di parere diverso è Mario Sconcerti, che analizza così il ko del Milan: “In Champions il Milan perde la sua dimensione italiana – si legge su ‘corriere.it’ – È stato più un problema fisico che tecnico. Stavolta è troppo leggero a centrocampo, sbaglia tanti palloni quando ricomincia l’azione, perde contrasti. Manca Kessie e Krunic non ha qualità internazionali, diventa presto uno dei problemi del Milan.

Il Porto non ha fuoriclasse ma corre con la palla al piede e sterza con facilità, non è facile prenderli. Nemmeno Tomori si è salvato fino ad essere sostituito. Quando Luis Diaz ha segnato il suo gol, il Porto aveva tirato 14 volte in porta, il Milan solo due. C’erano assenze importanti, vero, ma la partita è finita per diventare presto una sopravvalutazione continua del Porto, che è una buona squadra come sempre ma non ottima, si ferma molto prima. Ha vinto di forza prendendo a spinte il Milan e tenendolo sempre nella sua trequarti”.


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Gol regolare? – “C’era per noi italiani un fallo su Bennacer sull’azione del gol. Poche volte è un fallo fischiato a livello internazionale. Il nostro ottimo campionato, con il suo equilibrio e la sua ritrovata voglia di correre e con la pignoleria autonoma dei nostri arbitri, ha finito per abituarci a un calcio che non c’è più”.

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