Cellino: “Sono positivo al coronavirus. Impossibile riprendere la Serie A” 

Massimo Cellino, presidente del Brescia, anche è positivo al coronavirus. Ad annunciarlo è lo stesso imprenditore in un’intervista a La Repubblica, dove poi spiega anche perché ritiene impossibile una ripresa della Serie A. 

Massimo Cellino (©Getty Images)

Anche Massimo Cellino è positivo al coronavirus. A riferirlo, in un’intervista a La Repubblica oggi in edicola, è lo stesso presidente del Brescia che sta spingendo affinché la Serie A non venga ripresa.

La scoperta, piuttosto che col classico tampone, è avvenuta piuttosto col nuovo test sierologico. Spostatosi da Brescia a Cagliari, lì è venuto fuori il tutto: “Dopo due settimane di quarantena a Cagliari sono stato in ospedale a fare dei controlli. È uscito fuori che mia figlia ha avuto il virus, mio figlio non ce l’ha avuto. E che io ce l’ho in atto”. 

Coronavirus, Cellino dice “no” alla ripresa della Serie A

“Ho stanchezza eccessiva e forti dolori alle ossa”, per quanto riguarda i sintomi. E male al fegato, aggiunge provocatoriamente subito dopo. Perché l’ultimo riferimento è “per il calcio. Assurdo si discuta ancora se giocare o no: noi siamo uomini fortunati, io ho una villa a Cagliari, in campagna, una a Miami. Ma ci sono 9 milioni di italiani che vivono sotto la soglia di povertà. Se non pensiamo agli altri, e non ci pensa lo Stato, i 600 euro diventano solo metadone”.

Così mentre il Milan dice sì alla Serie A, Cellino rilancia ulteriormente nel sospenderlo quanto prima: “Se hanno spostato l’Europeo e i Giochi olimpici di un anno, cosa pensiamo che siamo, degli imbecilli? Noi invece vogliamo finire il campionato in 15 giorni. E ho scoperto perché”. Ovvero degli interessi economici.

Secondo Cellino, alla base della presunta frenesia vi sarebbero i compensi che ci sono a fondo per le prime 10 classificate: “In Lega ci sono circa 180 milioni di euro destinati alla classifica finale della Serie A e che vanno alle prime 10 in classifica. E questi premi sono stati già fatturati dalle società. Ora, se non si finisce il campionato e Sky non paga, cosa succede a chi ha già speso quei soldi?”.

Il patron delle rondinelle non ha dubbi: impossibile tornare in campo. “Se nella fase 2 non riaprono le chiese – riferisce –, come fa a ricominciare la Serie A? Anche a porte chiuse in uno stadio entrano novecento, mille persone: oltre a tutti i tesserati ci sono addetti alle luci, cameramen, idraulici, addetti all’antidoping, arbitri, delegati, ispettori Figc,e della Lega, medici, steward”. 

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