Kessie, Calabria e Calhanoglu: la proiezione perfetta del nuovo Milan

Precedentemente al 2020, le prestazioni di Kessie, Calabria e Chalanoglu facevano molto discutere; e non in positivo. L’era Pioli ha cambiato tutto, vediamo in che senso.

La rinascita di Kessiè Calabria e Calhanoglu
Calabria e Kessie (Getty Images)

Osservando questo Milan, non possiamo far altro che notare il bel gioco espresso da ogni singolo calciatore. Dalla difesa all’attacco, ognuno fa del suo meglio. Il Milan del 2020 sembra protagonista di una favola. Una vera e propria storia a lieto fine (almeno per quest’anno), in cui ogni personaggio è in sintonia con l’altro e si sacrifica per se stesso e per il gruppo. Rispetto agli anni passati i miglioramenti sono evidenti, soprattutto se guardiamo ai calciatori che da più tempo militano tra le fila rossonere.

I nuovi arrivati danno il massimo ed esprimono un gran talento. Ma la rinascita di questo Milan è prima di tutto frutto di una rinascita avvenuta nei veterani rossoneri; quei calciatori dati per spacciati prima del 2020, il cui talento era stato ormai messo in discussione. Parliamo di Kessiè, Calabria e Calhanoglu, pedine dello scacchiere di Pioli, che rappresentano oggi la vera anima del gruppo. I tre sono stati ad un passo dall’addio al Milan, ritenuti non all’altezza del progetto.

Guardando ad oggi, le prestazioni poco convincenti dei suddetti sembrano ricordi lontanissimi o addirittura mai esistiti. Ma proviamo ad analizzare il cambiamento dei tre calciatori, uno per uno, per comprendere quando sia avvenuta la vera svolta.

Calabria, il terzino cresciuto al Milan

Davide Calabria è oggi uno dei talenti migliori che il Milan abbia mai prodotto dal proprio vivaio. È un vero rossonero. Arrivato in prima squadra nel 2014, si pensava dall’inizio fosse una risorsa promettente. E così è stato, almeno per il primo periodo. Davide ha subito fatto vedere buone cose in campo e non ha tradito le aspettative. Ma intorno agli anni 2018-2019, qualcosa non ha più funzionato. Prestazioni scadenti e un posto da titolare andato in fumo.

Ricordiamo come Conti fosse preferito il più delle volte a Calabria. Ma con l’arrivo di Pioli, nell’ottobre del 2019, qualcosa è cambiato per il terzino rossonero. Non è stato un risultato immediatamente evidente, ma già nelle ultime 3-4 partite della Serie A 2019/2020 abbiamo visto un Calabria diverso e più sicuro dei suoi mezzi.

Nonostante gli evidenti miglioramenti, la società avrebbe comunque voluto venderlo in estate. Davide non si è fatto abbattere dalle voci di mercato, e nelle amichevoli estive ha dimostrato di essere un terzino di tutto rispetto. L’identità della squadra si stava formando nello stesso periodo e Calabria si è inserito in quel processo creando la sua stessa identità. Oggi è sciolto sulla fascia, non ha paura dell’1vs1, e quando può tira in porta. Il Milan non può più fare a meno di lui.

Kessiè, certezza della mediana

La rinascita di kessiè
Franck Kessie (©Getty Images)

Franck Kessie, detto il presidente, è quel tipo di calciatore che trasmette certezza anche quando si gioca in inferiorità numerica. Arrivato dall’Atalanta nel 2017 per 28 mln di euro, era stato reputato da tutti un buon acquisto. Fisico, tecnica e tattica al servizio della squadra. Kessie, nel corso della sua esperienza al Milan, è stato artefice di prestazioni troppo altalenanti. Ad un bel gesto tecnico, seguiva un errore difensivo e così via. L’ivoriano è stato vicino all’addio al Milan nel 2019, quando piaceva molto all’Inter.

Sta di fatto che non cederlo è stata una delle fortune più grandi della società rossonera. Anche lui, come Calabria, a partire dal 2020, ha espresso prestazioni da gigante e lo ha fatto sempre, ad ogni partita. La difesa e l’attacco stanno sereni quando c’è lui al centro. Arretra e avanza all’occorrenza, e se ha la palla tra i piedi è difficile che gliela togli. È importante ricordare che anche l’arrivo di Bennacer lo ha aiutato: i due hanno subito instaurato un buon rapporto, soprattutto dentro al campo. Ormai giocano a memoria e si capiscono senza guardarsi. Un reparto di centrocampo così solido non si trova dovunque.


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Calhanoglu, maestro della trequarti

Un capitolo a parte lo merita anche Hakan Calhanoglu, il turco dalle eccelse qualità di gioco. Eppure sino ad un anno fa non lo avremmo mai detto. Calhanoglu era quel tipo di giocatore che ogni tifoso rossonero avrebbe voluto fuori dalla squadra. Mollo, poco concentrato, e non pronto al sacrificio. Quando Suso ha lasciato il Milan per andare al Siviglia, si pensava che anche lui sarebbe stato ceduto. Così non è stato e oggi ringraziamo quella scelta.

Calhanoglu è arrivato al Milan dal Bayern Leverkusen nel 2017 (stesso periodo di Kessie) per 22 mln di euro. È stato anche lui un acquisto di Mirabelli, uno di quelli che fanno ben sperare. Giocatore dal destro meraviglioso, capace di inventare traiettorie stupefacenti, ha espresso però un calcio fin troppo altalenante sino al 2019. Di lui si sono dette tante cose, tra cui anche il fatto che le sue prestazioni deludenti derivassero da problemi personali.

Dopo l’arrivo di Pioli, si è magicamente trasformato nel trequartista di cui il Milan aveva bisogno. Ed è proprio merito del mister se questo è accaduto. Nei pochi mesi di Giampaolo in rossonero, il turco era stato impegnato nella mediana, con Suso a fare da trequartista. Evidentemente era tutto errato, e l’intuizione di Pioli è stata tanto semplice quanto essenziale. Oggi, quel ruolo dietro la punta, è suo e di nessun altro.

Il risorgimento rossonero

È chiaro che il rialzo nelle prestazioni per questi tre giocatori è avvenuto nello stesso momento, ed è l’esatta proiezione della rinascita di questo Milan. Una squadra rivoluzionata dalle idee di un grande allenatore, dagli ottimi acquisti di una grande dirigenza, e dalla voglia di rivalsa di una delle società calcistiche più grandi al mondo. L’unità di intenti ha portato al risorgimento rossonero.

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