Cesare Maldini, la leggenda: i momenti indimenticabili al Milan

Cesare Maldini avrebbe compiuto oggi 89 anni. E’ stato una leggenda del Milan avviando una dinastia vincente proseguita poi con il figlio Paolo, attuale dirigente rossonero

Cesare Maldini
Cesare Maldini (Getty Images)

Trieste, 5 febbraio 1932. Una data significativa per la storia del Milan. In quel giorno nasce nel capoluogo friulano Cesare Maldini, giocatore, allenatore, dirigente del club rossonero nonché padre di Paolo, altra leggenda milanista.

Una carriera calcistica e dirigenziale legata a doppio filo al Milan quella di Cesare Maldini. Tutto ha inizio nel 1954 con il suo approdo in rossonero dalla Triestina. A volerlo al Milan è il leggendario allenatore ungherese Bela Guttman, quello della “maledizione” al Benfica (sul web trovate molte testimonianze a riguardo). Cesare resterà in rossonero fino al 1966, indossando quella fascia di capitano che trent’anni dopo passerà al braccio del figlio Paolo. In totale tra campionato e coppe saranno 347 le presenze di Maldini sr. al Milan con tre gol all’attivo e tante vittorie.

I quattro scudetti

In rossonero, Cesare vince quattro scudetti. Il primo al suo arrivo al Milan nel 1954-55. In quella squadra militavano tre miti come Gunnar Nordahl capocannoniere con 27, Nils Liedholm a centrocampo e Juan Alberto Schiaffino arrivato dal Penarol. Il secondo titolo nel 1956-57 con Giuseppe (Gipo) Viani in panchina. Tris nel 1958-59 quando al Milan approda un’altra leggenda, José Altafini capocannoniere in quella stagione con 28 gol. L’ultimo Tricolore nel 1961-62 con Nereo Rocco suo vate calcistico. Quattro Scudetti che lo fanno entrare nel novero dei rossoneri più vincenti in Serie A con Franco Baresi, il figlio Paolo, Mauro Tassotti, Alessandro Costacurta, Demetrio Albertini, Sebastiano Rossi, Daniele Massaro e altri ancora.


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Il trionfo in Coppa Campioni nel 1963

Con il Milan, Cesare Maldini disputa due finali di Coppa Campioni. Il 28 maggio 1958, a Bruxelles, i rossoneri fronteggiano il Real Madrid di Di Stefano, Kopa, Gento. Sarà proprio quest’ultimo a segnare il gol della vittoria per gli iberici nei supplementari per il 3-2. Era un grande Milan quello allenato da Viani con Schiaffino, Liedholm e il duo argentino Grillo-Cucchiaroni in avanti ma non è bastato. Una sconfitta non senza rimpianti per la dinamica del punteggio con i gol dell’1-0 e del 2-1 di Schiaffino e Grillo rimontati da Di Stefano e Rial.

Cesare avrà l’occasione per rifarsi. Nel 1963, il Milan affronta nella finale di Coppa Campioni a Wembley il Benfica di Eusebio reduce da due vittorie di fila nella competizione. In diretta tv sulla Rai, i rossoneri si impongono 1-2 con la doppietta di Altafini che annulla il gol del vantaggio di Eusebio. Un’altra squadra mitica con Ghezzi in porta, Maldini capitano, il giovane Gianni Rivera, Giovanni Trapattoni in difesa, Dino Sani e bomber Altafini in avanti. In panchina Nereo Rocco.

Cesare Maldini sarà il primo calciatore italiano ad alzare, da capitano, una Coppa dei Campioni, un gesto ripetuto 40 anni dopo da Paolo nella finale di Manchester contro la Juve, Stesso destino, stessa nazione, stesso trionfo con la foto di padre e figlio che alzano il trofeo ad anni di distanza che è diventata un’icona della storia recente rossonera.

Il Derby del 6-0

Terminata l’esperienza sulla panchina della Nazionale Italiana dopo il Mondiale 1998, Maldini diventa capo e coordinatore degli osservatori del Milan. Nel 2001, dopo l’esonero di Zaccheroni, Galliani e Berlusconi gli propongono di subentrare all’allenatore romagnolo. Cesare accetta e nei tre mesi da allenatore scrive un’altra pagina di storia rossonera. C’era lui in panchina nel Derby contro l’Inter vinto dal Milan 6-0 l’11 maggio 2001 con le doppietta di Comandini e Shevchenko e i gol di Giunti e Serginho. Una serata indimenticabile. A fine stagione, il Milan arriva sesto. Cesare torna al ruolo dirigenziale e di lì a poco accetterà l’incarico di CT del Paraguay con il quale disputerà i Mondiali 2002 in Giappone e Corea arrivando agli ottavi di finale.

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