Dalot: “Leao un amico, Pioli gran comunicatore. Scudetto? Crediamoci”

Intervista al terzino portoghese Diogo Dalot, in prestito al Milan dal Manchester United ed a caccia di conferme per il futuro.

Dalot intervista
Diogo Dalot (© Getty Images)

Oggi per Diogo Dalot arriverà un’altra chance dal 1′ minuto. Sarà lui infatti a sostituire Davide Calabria squalificato nella trasferta di La Spezia.

Il portoghese del Milan, in prestito dal Manchester United, vuole provare a convincere i rossoneri e meritarsi la conferma.

Il magazine Sportweek ha pubblicato quest’oggi l’intervista concessa proprio da Dalot, sul suo momento in Serie A e sulle proprie ambizioni personali.


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Dalot a ruota libera: Milan, Italia e l’amicizia con Leao

Dalot parla subito del suo ambientamento in Italia: “A livello fisico e di intensità il calcio italiano è più difficile di quello portoghese. Ma noi che arriviamo da quei posti abbiamo sempre mostrato di saperci adattare. Per me è un orgoglio giocare qui”.

Importante il feeling con l’amico Rafael Leao: “Conoscere Leao mi ha aiutato molto, ma sono fortunato, ho trovato una squadra e uno staff che sono una cosa sola, questo ha accelerato il mio ambientamento. Siamo molto diversi, anche in campo lui sembra estroverso e io più concentrato. Per questo siamo amici, ci completiamo. Io per lui sono quasi una figura paterna, mentre lui mi dice di essere più sciolto”.

Tanti scherzi dalle parti di Milanello: “E’ divertente, Rafa mi ha tirato le palle di neve, ho messo anche le foto. Poi mi prende in giro se dimentico qualcosa, ma non troppo sennò mi arrabbio. Dice che ho buoni gusti musicali? E’ vero, ascolto il fado, la nostra musica tradizionale. Ma prima degli allenamenti metto hip-hop, reggaeton, cose che piacciono a tutti”.

Sulla guida di Stefano Pioli: “Come tecnico sta facendo un lavoro fantastico. Mi piace la sua capacità di comunicare, fa sentire utile e prezioso chiunque, sia chi gioca sempre sia chi gioca una volta al mese”.

Sul suo minutaggio in campo: “Avevo un obiettivo quando sono arrivato al Milan, tornare a sentire il profumo dell’erba. Sentirmi di nuovo un calciatore dopo 3 anni di infortuni. Ci sono riuscito, sono sempre a disposizione e ho giocato 16 partite finora. Non male”.

La rivalità con Calabria: “Pioli dai terzini vuole compattezza difensiva e capacità di spinta. Davide è più bravo in difesa rispetto a me che attacco meglio. Io, lui e Theo abbiamo caratteristiche diverse, questo è un bene per il Milan. La concorrenza alza sempre il livello”.

Sullo Scudetto: “Quando fai tanti punti e hai elementi vincenti nello spogliatoio è normale pensarci. Se manterremo gli equilibri sono convinto che lotteremo fino all’ultimo. L’Europa League? Dobbiamo rispettare la Stella Rossa. Non si vincono le partite solo per lo stemma Milan che portiamo sul petto”.

Infine le sue ambizioni personali: “Ho sempre soppesato ogni mia decisione guardando al futuro, credo di aver sempre messo un pizzico di follia. Ho rischiato andando al Porto a 14 anni, a Manchester a 18 e al Milan a 21 ma è il modo migliore di arrivare in alto”.

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