Pioli chiama, Krunic risponde: moto d’orgoglio nel momento del bisogno

Il momento d’oro di Krunic, da oggetto misterioso a centrocampista di qualità. La rivincita della rosa corta di Pioli e il riscatto di Rade

Krunic, Verona-Milan
Krunic, Verona-Milan (GettyImages)

E’ diventata una costante. Nel momento più buio, di maggiore difficoltà, nel momento in cui 6,7 o addirittura 8 titolari sono fermi ai box, ecco che il Milan risponde. Era successo a inizio stagione, poi ancora a dicembre e a gennaio. Dopo gli zero punti tra Spezia e Inter e i massacranti infortuni, tutti erano pronti a dare il Milan per morto. Ma così non è stato, perché Pioli ha trovato energie e qualità dalle seconde linee, quasi magicamente rinate. Da Dalot a Meitè, da Tomori a Brahim. Uno dei protagonisti di questo folle marzo del diavolo, è stato anche e soprattutto Rade Krunic. Una sorta di oggetto misterioso nel suo anno e mezzo abbondante a Milanello, e un meraviglioso exploit. Energie nuove per il bosniaco, soprattutto dal punto di vista psicologico.

Si, perché il 33 è stato criticato aspramente, per la maggior parte della sua avventura in rossonero, arrivando a un passo dalla cessione. Probabilmente il punto più basso per lui arriva contro il Celtic,  durante il match dei gironi di Europa League di San Siro. Da un suo clamoroso errore in disimpegno infatti, era nato il gol dell’1-0 degli scozzesi. Il Milan riuscirà in una meravigliosa rimonta, ma Krunic finisce ai margini della squadra.

Un dicembre tra alti e bassi e un gennaio tra covid e panchine. Tutto fa pensare a una sua cessione, ma la società crede in lui, e la fiducia adesso è pienamente ripagata. Emozionato dopo il match del Bentegodi, che lo manda in orbita grazie a una prova sontuosa, il 27enne ammetterà: “Devo ringraziare la società che ha avuto fiducia in me, ci sono stati momenti brutti: sono stato male mentalmente, non avevo fiducia in me”.


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Krunic esplode: puo’ dare ancora tanto

L’avventura di Rade in rossonero comincia in salita, anche a causa di un inizio di stagione dei rossoneri da incubo. Giampaolo lo porta a Milano insieme al compagno di squadra Bennacer, dopo una clamorosa retrocessione dell’Empoli. Krunic si fa notare per le sue grandi doti atletiche e tecniche, incantando la Serie A con vere e proprie perle. E’ il 2018/19 la sua annata migliore, in cui mette a segno 6 gol (5 in campionato e 1 in Coppa Italia), alcuni meravigliosi.

Come la botta tremenda (su assist di Bennacer) da 25 metri in Spal-Empoli, o come la rete segnata contro il Sassuolo. Una cavalcata palla al piede di 50 metri e un tocco sotto morbido a scavalcare il portiere, per quello che rimane sicuramente il suo gol più bello in carriera. Moltissime squadre vanno sul centrocampista, ma il Milan – forte della retrocessione dell’Empoli – riesce ad ingaggiarlo per soli 8 milioni di euro.

Purtroppo le gesta della stagione 2019 non vengono replicate, ma le doti tecniche del centrocampista non sono in dubbio. Il suo è un problema mentale. Non è sereno, non trova spazio con regolarità e in campo morde il freno, è smarrito. A gennaio si parla del Friburgo, poi del Toro, ma Maldini non vuole cederlo. Nel momento di difficoltà massima, la società sceglie di dargli un’altra chance, e Rade la coglie al volo.

Contro il Verona gioca la sua miglior partita in rossonero, condita da una magia su punizione (conquistata dallo stesso 33). Quando Krunic si avvicina insieme a Castillejo al pallone per battere, non c’erano dubbi che dovesse calciare lui quella palla e non lo spagnolo. E’ nelle sue corde, la può mettere. Interno, secondo palo, Silvestri battuto.

Le stagioni passano anche da episodi chiave, e questo ha tutta l’aria di essere uno di quei momenti “sliding doors” per Rade. Le doti tecniche non sono mai mancate al numero 33, che ha dimostrato di avere colpi di alto livello. A Manchester il bosniaco ha fatto di più: si è confermato. Non solo ma cambiando ruolo, giocando intelligentemente da ala, accentrandosi per le incursioni di Dalot. Duttilità, tecnica, e adesso anche stimoli. Krunic è esploso, e può dare ancora tanto.

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