Milan, non è cambiato niente: è ancora la squadra di Mirabelli

Siamo ancora figli di Mirabelli. Nel Milan attuale continua a non essere cambiato niente rispetto al recente passato. Noi attendiamo, un po’ meno fiduciosi. 

Rodriguez Hateboer Calhanoglu Atalanta-Milan
Ricardo Rodriguez, Hans Hateboer e Hakan Calhanoglu in Atalanta-Milan del febbraio 2019 (©Getty Images)

Inutile girarci troppo attorno. Il Milan attuale è figlio delle ultime gestioni fallimentari tra la fine del periodo Berlusconiano e quello cinese. Fondamentalmente la base (non solida) è quella del periodo tra il 2016 e il 2017.

Basta guardare la formazione titolare scesa in campo nello sciagurato 5-0 contro l’Atalanta definito imbarazzante da noi nelle pagelle post-partita prima ancora che da Zvonimir Boban poco dopo.

Quel Milan era la proiezione della campagna acquisti di Massimiliano Mirabelli e Marco Fassone svolta nell’estate 2017. Con tutti i suoi difetti che non staremo qui ad evidenziare in quanto sotto gli occhi di tutti. E non ci riferiamo solo alle scelte dei due dirigenti (più o meno condivisibili) quanto al salto di qualità che i singoli calciatori non sono riusciti mai a raggiungere nel corso di questi anni.

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Siamo ancora figli di Mirabelli

La formazione titolare del Milan domenica scorsa contro l’Atalanta era la seguente: Donnarumma; Conti, Musacchio, Romagnoli, Rodriguez; Kessie, Bennacer, Bonaventura; Suso, Leao, Calhanoglu.

Quanti di questi sono stati acquistati nell’estate 2017 da Massimiliano Mirabelli? Ben 5 su 11, e gli altri (eccetto Bennacer e Leao) erano da poco al Milan arrivati nell’ultimo periodo di Berlusconi-Galliani.

Tre quarti di difesa è di Mirabelliana memoria. Da Conti a Musacchio, fino a Ricardo Rodriguez. Lo svizzero è ormai fuori da ogni progetto, prossimo alla cessione. Mateo Musacchio è titolare per via di mancanza di alternative all’altezza. L’acquisto del francese Jean-Clair Todibo dovrebbe relegare l’argentino in panchina. Mentre Andrea Conti è l’unico tra i tre che si sta riguadagnando la fiducia di tutti (l’unico che però in quel Milan di Mirabelli non giocò per infortuni vari).

In mezzo al campo continuiamo ad arrancare e affidarci alla corsa di Franck Kessie, unita ad una tecnica che non fa onore ai suoi sforzi fisici. Ma anche lui è tra i partenti, considerato non indispensabile per questo Milan. In avanti Hakan Calhanoglu vive nel limbo del giocatore mediocre da un lato, e nel potenziale campione pronto a fare la differenza a breve, dall’altro. Ma che puntualmente fa emergere il suo primo lato. Anche su di lui ci sono dubbi sul suo futuro.

Lo smantellamento dei giocatori acquistati nel 2017 da Mirabelli è in corso, ma nessuno ci garantisce che i nuovi acquisti della gestione Elliott non siano altrettanto fallimentari. Sin qui Lucas Paquetà è quello che ha deluso di più, con l’attenuante che fu Leonardo ad acquistarlo, e magari ora se lo riprende pure (al PSG). Krysztof Piatek, altro acquisto della gestione Elliott, ha deluso in questa nuova stagione, mentre ha fatto bene nella scorsa.

E poi ci sono gli acquisti dell’ultima dirigenza, ovvero di Paolo Maldini e Zvone Boban su tutti. Citare Theo Hernandez sarebbe troppo scontato, ma l’ambizione è che siano tutti giocatori del suo livello. Attendiamo che qualcosa cambi, forse non più fiduciosi, ma attendiamo.

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