Milan ad Arnault, la Procura indaga per tentata truffa: i dettagli

La Procura di Milano indaga alcuni mediatori che si sarebbero spacciati per emissari di Arnault in una presunta trattativa di acquisizione del Milan.

Bernard Arnault
Bernard Arnault (©Getty Images)

Più volte si è parlato del fatto che il fondo Elliott un giorno venderà il Milan e spesso tra i potenziali acquirenti è stato indicato Bernard Arnault. Tuttavia, proprietario del gruppo del lusso LVMH sono sempre arrivate smentite.

Nonostante il diretto interessato e anche il figlio Antoine abbiano negato l’interesse ad acquistare il club, hanno comunque continuato a circolare rumors sul possibile affare. Ad ogni modo, per adesso la società rossonera rimanere saldamente di proprietà del fondo Elliott. Una cessione può diventare  eventualmente praticabile quando i conti del bilancio saranno nettamente migliorati, ci sarà la partecipazione costante in Champions League e verrà avviato il progetto stadio.


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Oggi La Repubblica rivela che ci potrebbe essere un tentativo di truffa dietro le voci riguardanti il Milan e la possibile cessione ad Arnault. Gli inquirenti della Procura di Milano stanno valutando l’ipotesi di reato a carico di D.V., 62enne bresciano ex funzionario di banca.

Egli si sarebbe dichiarato uomo di fiducia del miliardario francese in Italia e suo interlocutore privilegiato nella trattativa per l’acquisto del club rossonero. Assicurava che nessuno meglio di lui potesse occuparsi della trattativa con il fondo Elliott della famiglia Singer.

D.V. sosteneva di essere stato incaricato ad Arnault della parte maggiormente operativa del progetto: allestire il team dirigenziale italiano che avrebbe dovuto in futuro gestire il Milan di proprietà francese. Ha agganciato il potenziale direttore generale, un noto dirigente con varie esperienze calcistiche, convincendolo a formare al più presto tale team. E in effetti la squadra dirigenziale era stata messa insieme con figure di primo piano del calcio italiano.

Ci sono state delle riunioni del team e M.V. faceva intendere di essere in contatto costante con Arnault per discutere dei vari progetti riguardanti il Milan, dallo stadio al calciomercato. Sono entrate in scena anche altre due figure: A.A., socio d’affari di M.V. e anche lui bresciano, e una consulente finanziaria rimasta sempre una voce al telefono o una casella di posta elettronica dal nome transalpino: Christiane Valier.

Col passare del tempo alcuni membri del team avrebbero espresso perplessità sull’operazione, ma arrivarono mail di rassicurazione da indirizzi apparentemente veri: quella in cui un importante dirigente di una banca internazionale avallava le garanzie dell’intermediario e soprattutto quella di un fantomatico Arnault che preannunciava l’imminente accordo e fissava l’appuntamento decisivo, che si sarebbe svolto in Francia o Inghilterra.

Ma l’incontro non c’è mai stato e i componenti del team hanno capito l’andazzo. Sul finire dell’estate scorsa Antonio Belloni, direttore generale di LVMH, ha risposto loro in maniera lapidaria e fatto intendere chiaramente che non era tutto falso: “Non conosco nessuna delle persone di cui parlate”.

Sull’intermediario bresciano hanno iniziato ad esserci forti sospetti e sono arrivate le denunce. Nel 2021 il caso è finito alla Procura di Milano. I Carabinieri stanno facendo delle verifiche per capire se vi sia stato un tentativo di truffa da parte di mediatori che si sarebbero spacciati per emissari di Arnault.

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