Milan-Roma, quando la qualità fa la differenza. Super Tonali e… magic Mike

L’analisi tecnico-tattica della sfida andata in scena ieri sera a San Siro e che ha visto trionfare i rossoneri di Stefano Pioli

Milan-Roma è stata la partita perfetta. Per tanti motivi: assenze pesanti che avevano portato gli ospiti ad avere una maggior convinzione nel prepartita, una cattiveria agonistica ritrovata e molti altri fattori che andremo ora ad approfondire.

Milan
Milan (©Getty Images)

La squadra di Stefano Pioli, in piena emergenza numerica, è stata assoluta padrona del campo ma è anche stata capace di soffrire nei momenti in cui la Roma alzava il baricentro. Una prestazione convincente che allontana i fantasmi di fine 2021 e permette di guardare con più serenità e determinazione al prosieguo della stagione.

Un Milan che ha dimostrato di essere più forte di qualsiasi assenza. Perché qualsiasi altro club, prima del match, si sarebbe lamentato dei giocatori infortunati, della Coppa d’Africa, del Coronavirus. E invece Maldini cosa ha fatto? Ha pensato solo alla gara, senza permettere ai suoi ragazzi di crearsi alcun tipo di alibi. Una mossa astuta, che solo un signore del calcio come Paolo avrebbe potuto mettere in atto.


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L’analisi di Milan-Roma

Il tecnico rossonero è stato costretto a ridisegnare ben due reparti di gioco. A partire dalla difesa, con le assenze pesantissime di Tomori, Romagnoli e Calabria che hanno ulteriormente costretto a rivedere il piano di Pioli. Il mister si è inventato una coppia inedita di centrali: Kalulu e Gabbia. Sufficienza piena per loro. E’ vero, in alcune occasioni hanno commesso degli errori che potevano costar caro. Ad esempio quando Pierre ha mancato il controllo permettendo a Zaniolo di involarsi verso Maignan o quando più volte Gabbia si è fatto aggirare dagli attaccanti della Roma.

Sviste dovute alla poca esperienza, ad una scarsa lucidità dovuta anche ad un impiego non proprio frequente. Ma cosa vuoi dire a due ragazzi che un giorno prima della partita pensavano di doverla vedere interamente dalla panchina? Solo onore a loro, per l’amore dimostrato per la maglia e per essersi fatti trovare pronti nel momento del bisogno. Theo Hernandez sembra essere tornato la freccia che conosciamo. Bene sia in fase di spinta che in difesa, ha propiziato il primo rigore ed il cartellino rosso a Karsdorp. Insomma, ha onorato la fascia da capitano indossata. Bene anche Florenzi, che finalmente si è ambientato nel mondo rossonero. Probabilmente parecchi tifosi giallorossi ieri l’hanno rimpianto, chissà cosa sarebbe successo se avesse segnato su quel calcio di punizione che si è infranto sull’incrocio dei pali.

Parliamo ora dell’altro reparto che Pioli è stato costretto a rivedere, il centrocampo. Con Bennacer e Kessie in Coppa d’Africa, il faro della mediana è Sandro Tonali. Non abbiamo più aggettivi per descriverlo. Leader silenzioso, trascinatore, metodista, tuttofare. Prestazione eccellente, l’ennesima di una stagione che segna la sua rinascita. Troppe critiche ricevute nell’annata precedente. Sandro andava aspettato, lui si è anche abbassato lo stipendio nel tentativo di far ricredere tutti sul suo conto. E ci è pienamente riuscito. Il futuro del Milan ha un nome ed un cognome: Sandro Tonali.


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Turbo Leao, Maignan fuoriclasse

Lì davanti ci hanno fatto divertire un sacco. Messias ha fatto ballare la samba a Vina, Diaz tornato ai livelli di inizio campionato (avrebbe meritato il gol, due traverse colpite dal Milan. E Mourinho si limita a parlare di arbitraggio). La solita sostanza di Saelemaekers. Ed un Giroud ritrovato: il francese si è mosso in continuazione mettendo in grossa difficoltà la retroguardia della Roma. Movimenti sia incontro che alla ricerca della profondità, ed una attenzione che gli ha permesso di rubare palla nell’azione che ha portato alla seconda rete rossonera. E poi nella ripresa Pioli ha potuto finalmente cambiare le caratteristiche della squadra inserendo Ibra e Leao, che hanno mandato al bar i giallorossi inventandosi la rete che ha chiuso il match. Devastante il portoghese quando parte in velocità, impossibile fermarlo. Ibra si conferma un grande attaccante nel gioco di sponda, meno bravo nei rigori. Ma sul 3-1 ce lo si può permettere.

Ultima parentesi su uno degli acquisti più azzeccati della nuova dirigenza del Milan: Mike Maignan. Qualcuno pensava che quest’anno si sarebbe rimpianto Donnarumma? Beh, si sbagliava. Il fenomeno di questa squadra gioca in porta ed è francese. Piedi da trequartista e riflessi da giaguaro. Solo a rivedere la parata sul tiro di Zaniolo sporcato da Abraham ci viene il mal di testa. Ma come ha fatto? Semplice, è un fuoriclasse. Esplosività, reattività. La sua esultanza dopo la rete di Giroud ha già fatto il giro del web.

Insomma, al termine di questa analisi possiamo dire che dopo tanti anni il Milan è completo in tutti i reparti, ed i giocatori che arriveranno per aiutare la squadra non potranno far altro che portare ulteriore qualità e forza ad una squadra che sembra aver trovato una maturità pazzesca. La necessità di un difensore è evidente, ma nonostante questo chiunque entri in campo per aiutare il gruppo lo fa al meglio. Per questo l’ultimissimo rigo di questo articolo lo dedichiamo ad Andrea Conti, prossimo alla cessione ma che ieri è stato in piccola parte protagonista del match. In bocca al lupo ad Andrea e grazie, semplicemente.

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