PIÙ ROSSO CHE NERO – Conti, c’è luce in fondo al tunnel

Andrea Conti ha rialzato la testa, nella partita più complicata. Contro la Juventus si è rivista luce in fondo al tunnel: la nostra analisi sul terzino. 

Gonzalo Higuain Andrea Conti Juventus Milan
Andrea Conti ferma Gonzalo Higuain (©Getty Images)

Incognite e paure su questo Milan ci sono da inizio stagione, e non accennano a smettere. Al di là della buona prestazione della squadra, un altro errore del singolo ci condanna.

Un altro gol subito in un momento positivo, nella seconda metà del secondo tempo, mette K.O. il povero Diavolo. Stavolta è una grande giocata a decidere il match, più che un regalo come avvenuto in altre situazioni. Ma anche nel gol di Paulo Dybala, ci sono delle colpe: squadra messa male, palla al limite arrivata troppo facilmente, e poi Romagnoli “troppo piatto” nell’uno contro uno, come lui stesso ha ammesso nel post-partita.

Ma ci sono tante note positive che sono emerse nel corso del match. Una squadra compatta, attenta e con idee precise. Tutti i reparti hanno giocato bene, eccezion fatta per il finalizzatore Piatek, e il collega Suso troppo spesso fuori dal gioco. Ma concentriamoci sul bicchiere mezzo pieno.

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Juventus-Milan: Conti ferma CR7

La paura che per Andrea Conti la partita di ieri potesse rappresentare il De profundis, era tanta. Almeno nella mia testa, ad onor del vero. Ma sin dai primi minuti si è visto un giocatore voglioso, coraggioso e finalmente senza quella dannata “paura” che lo ha accompagnato per troppo tempo. Discorso simile al collega di reparto Davide Calabria.

Con un avversario del livello di Cristiano Ronaldo, non sai mai cosa ci si può aspettare. E invece il buon Andreino è riuscito ad avere la meglio del portoghese in diverse occasioni, anche aiutato da Paquetà.

Sarà che CR7 non era in condizioni fisiche perfette, ma anche al 50% delle sue potenzialità, il cinque volte Pallone d’Oro è più forte della maggior parte dei calciatori che mette piede sui rettangoli verdi di tutto il mondo.

Finalmente si è rivista anche due caratteristiche che sembravano svanite dopo i lunghi periodi di stop: resistenza e velocità, ieri mostrate per larghi tratti di gioco. Ha affrontato avversari di livello, non solo Ronaldo. Dalle sue parti hanno agiro sia Matuidi che soprattutto Alex Sandro, mai pericolosi fondamentalmente.

E poi l’intraprendenza in certe giocate offensive, che a questo Milan servono come non mai. Inserimenti in area sui cross dalla fascia opposta, e anche sovrapposizioni con i tempi giusti. Suo l’assist per Paquetà che di testa ha sfiorato il gol: inserimento alle spalle degli avversari che ha ricordato i vecchi tempi delle passate scorribande di un certo Marcos Cafu.

Ora viene il bello, o il difficile, caro Andrea. Riconfermare con altre prestazioni di alto livello quanto di buono visto ieri sera allo Stadium. Alzare il livello, ancora, senza mai smettere di studiare e lavorare.

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